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      6. Monitoraggio perioperatorio e gestione anestesiologica
      La scelta della strategia perioperatoria ottimale deve basarsi su un intenso scambio
      di informazioni cliniche tra anestesista, cardiologo, chirurgo e altri specialisti di
      riferimento. Inoltre è assolutamente necessario che qualsiasi strategia proposta sia
      condivisa e discussa con il paziente, al quale deve essere fornita una descrizione
      chiara, concisa e facilmente comprensibile dei percorsi previsti e delle aspettative
      attese nel  periodo di  assistenza pre-, peri-  e postoperatoria, unitamente ad
      informazioni su cosa aspettarsi dal personale medico e dall’ambiente circostante.
       Raccomandazioni per il monitoraggio perioperatorio e la gestione anestesiologica
       Raccomandazioni                       Classe a  Livello a
       Nei pazienti candidati ad intervento di NCS ad alto rischio si raccomanda
       di applicare una terapia emodinamica mirata allo scopo di mantenere una   I  A
       stabilità CV ottimale.
       Si raccomanda di prevenire l’insorgenza di dolore acuto postoperatorio.  I  B
       Nella fase intraoperatoria si raccomanda di prevenire un calo della pressione
       arteriosa media di oltre il 20% rispetto ai valori basali o valori <60-70 mmHg   I  B
       per ≥10 min allo scopo di ridurre al minimo il rischio di disfunzione d’organo
       nel postoperatorio.
       I FANS, ad eccezione dell’aspirina, non sono raccomandati come
       analgesici di prima scelta nei pazienti con MCV accertata o ad alto rischio   III  B
       di MCV.                                           ©ESC
      CV, cardiovascolare; FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei; MCV, malattia cardiovascolare; NCS,
      chirurgia non cardiaca.
      a Classe della raccomandazione e livello di evidenza come da definizioni riportate nelle Tabelle 1 e 2.
      7. Complicanze cardiovascolari perioperatorie
      7.1. Infarto/danno miocardico perioperatorio
      Per infarto/danno miocardico perioperatorio (PMI) si intende un danno acuto dei
      cardiomiociti [con rilascio postoperatorio di troponina cardiaca T/I ad alta sensibilità
      (hs-cTnT/I)] accompagnato o meno da sintomatologia, con o senza evidenza di
      ischemia miocardica acuta all’ECG o ai test di imaging. La presenza di PMI può essere
      identificata in maniera rapida ed affidabile unicamente con un’attività di sorveglianza
      mediante la determinazione dei livelli di hs-cTnT/I sia prima che più volte dopo
      l’intervento (es. dopo 24 e 48 h).
      Allo scopo di identificare la fisiopatologia sottostante e di stabilire la terapia causale,
      è molto importante eseguire un work-up sistematico e differenziare precocemente
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